Fabio De Felice

L’agricoltura, gli animali e la vita nei campi erano la sua ragione di vita. Fabio aveva studiato agraria e lavorava nella piccola azienda agricola dello zio Gianni. Proprio con lui, l’indomani, sarebbe andato a raccogliere il mais: aveva preparato tutto. “Un ragazzo come se ne trovano pochi – racconta uno degli amici – un lavoratore straordinario, andavo da lui per comprare il maiale per fare gli insaccati”. Domenica 5 aprile era stato a tosare la pecore e a lavorare un campo a San Demetrio. Tornato a casa era uscito con un amico, Giuseppe Marzolo, anche lui di Onna. Erano andati a Fossa. Anche Giuseppe la mattina dopo sarebbe stato sepolto sotto il crollo di casa sua. “Era generoso, un ragazzo d’oro – racconta il padre – era felice di andare dalla nonna Giuseppa, spesso dormiva con lei, nel posto che fu di suo nonno, nonostante fosse un ragazzo adulto. Avevano un bel rapporto”. Proprio la sua generosità l’ha portato a morire. Tornato dalla serata con l’amico era andato dalla nonna per farle compagnia e rassicurarla dopo la scossa della sera prima, nella casa in via dei Martiri, a pochi passi dalla sua. Ma il terremoto ha sorpreso nel sonno entrambi, Fabio De Felice, di 22 anni, insieme alla nonna, Giuseppa Antonacci di 85.