
In quella casa si sentiva sicura. Non dava retta alla sorella che le diceva di andarsene. “E’ costruita con il cemento armato” diceva Iolanda. Invece quel palazzo di quattro piani è crollato seppellendo lei e la figlia Alessia Di Pasquale , alle 3 e mezza di lunedì 6 aprile, nell’appartamento che aveva acquistato col marito Domenico, nel centro dell’Aquila. “L’ultima volta che l’ho vista, a marzo, eravamo a casa di un’amica a Terracina – ricorda la sorella Carla – mi raccomandavo sempre, che se ne andasse se sentiva il terremoto”. Ma quella era casa sua, e Iolanda Capasso non l’avrebbe mai abbandonata. Era cintura nera di judo e teneva dei corsi di difesa personale in una palestra, oltre a occuparsi della famiglia. Appena sposati, lei e Domenico Di Pasquale (unico superstite della famiglia che è riuscito a gettarsi in tempo dalla finestra) erano andati ad abitare a Corbellino, una frazione del comune di Fagnano Alto. Si sono trasferiti all’Aquila dopo la nascita della figlia Alessia, nell’appartamento al pianterreno in via don Luigi Sturzo, ai piedi di un palazzo ora ridotto in briciole. “Non sono vittime del terremoto – è lo sfogo della sorella – ma di chi ha costruito quel palazzo. Se penso che invece la loro casa di Corbellino è rimasta in piedi…”.