Vittoria Silvestrone, 91 anni, era l’ultima di nove figli, originaria di Ofena, un paesino a circa 50 chilometri dall’Aquila. Lì conobbe Lucifero Consalvi (Luigi per l’anagrafe ecclesiastica) che nel 1940 sarebbe diventato suo marito: un professore di agraria che aveva fondato una scuola di avviamento alla professione proprio a Ofena. Si erano trasferiti a Onna, in una grande casa in piazza Umberto I. Mentre il marito continuava ad insegnare Vittoria si prendeva cura dei due figli, dell’orto e degli animali domestici. Grazie al suo lavoro, “donna Vittoria” (così era conosciuta in paese), aveva di che sfamare la famiglia senza dover comprare nulla. Prese la patente all’età di 60 anni, ne andava orgogliosa. Il marito si era ammalato e lei lo accompagnava sulla sua Fiat 127 rossa all’Aquila, dove abitano i figli, oppure a Pellicciano, il paese natale di lui. Guidò fino a che le condizioni di salute glielo permisero. Rimasta vedova nel 1981, visse per molti anni con il figlio Mario, che fa l’ingegnere all’Aquila, nella vecchia casa di Onna. Da un anno circa si occupava di lei una signora romena, che era dentro l’abitazione al momento del terremoto. La badante si è salvata, Vittoria invece è stata trovata senza vita a mezzanotte di lunedì 6 aprile.