Giustino aveva 24 anni, era laureato in Ingegneria e si stava specializzando all’Aquila. La sera prima del terremoto era stato a Torrevecchia Teatina, il paese in provincia di Chieti dove era cresciuto. Aveva assistito alla messa in memoria della morte del nonno, poi aveva visto le partite di serie A dal suo amico Pietro. Giustino era un grande appassionato di calcio. Tifava il Milan e, ogni volta che poteva, andava a sostenere il suo Chieti allo stadio. In quel suo ultimo weekend gli chiesero tutti di restare: “Ormai è Pasqua”, ma Giustino voleva tornare all’Aquila per seguire alcune lezioni. La scossa delle 23 l’aveva messo in allarme. Nell’ultimo messaggio lasciato su Facebook aveva scritto: “Mi bevo due birre per non pensare al terremoto”.