Carmine Alessandri amava l’Aquila, la città in cui era nato e cresciuto. Per anni aveva diretto l’Agenzia delle entrate di Lanciano, in provincia di Chieti, dove era conosciuto da tutti. Per le vacanze di Pasqua aveva voluto raggiungere i fratelli Giorgio e Biagio, che avevano tentato di fargli cambiare idea: tutte quelle scosse di terremoto non presagivano nulla di buono. Carmine tornava nella sua città ogni volta che poteva e insieme alla moglie Tilde dormiva nella casa di Tempera, ereditata dalla mamma. La sua grande passione erano i nipoti, con i quali passava intere giornate. Gli voleva insegnare a suonare la fisarmonica e d’estate li portava sempre al mare. Seguiva anche il rugby e il calcio, in particolare la Lazio di cui era un grande tifoso. La sera prima del terremoto Carmine era tranquillo. Conviveva con le scosse da una vita, e non era mai successo nulla di grave fino ad allora. La palazzina dove dormiva è crollata completamente, la moglie Tilde è rimasta illesa.