Michele Iavagnilio

Michele Iavagnilio era venuto da Isernia per aiutare i bambini autistici, in due anni si era affezionato tanto da chiamarli “i miei ragazzi”. Gli portava sempre qualche giocattolo nuovo e per restare vicino a loro aveva rifiutato un trasferimento a Vasto, la sede centrale della Onlus “Il Cireneo” per la quale lavorava. Michele, 25 anni, aveva studiato Tecniche di riabilitazione psichiatrica all’Aquila e da due anni si occupava delle persone che più gli stavano a cuore: gli autistici. Era tornato a Isernia due settimane prima per festeggiare il compleanno del nonno e, come sempre, aveva portato un regalo a tutti. Per la sorella, con la quale aveva un rapporto speciale, aveva comprato un orso bianco di peluche. Gli piaceva il calcio, seguiva la Juventus ma soprattutto la squadra locale di Isernia. Il giorno dopo il terremoto il suo telefono cellulare squillava a vuoto, ma i colleghi della Onlus erano sicuri che fosse salvo e stesse aiutando i soccorritori a tirare fuori le persone dalle macerie, come avrebbe fatto se si fosse trovato dall’altra parte. Invece Michele è morto nel suo appartamento di via Sant’Andrea, dove viveva insieme al suo amico Vittorio Tagliente, molisano come lui e compagno di scuola fin dai tempi del liceo. Vicino a Michele sono stati trovati anche i quaderni di appunti sull’autismo. La Onlus “Il Cireneo” ha deciso di intitolare la nuova sede dell’Aquila in suo onore.